mercoledì 15 luglio 2015
App per tener a debita distanza l'orso
Lancio l'idea, magari irrealizzabile...
...create un'app per cellulare con suoni, voci umane, insomma quello che vi pare, di modo che sghizo en boton e l'eventuale ors el scampa. O si tiene a debita distanza, va bene uguale :-)
venerdì 18 novembre 2011
Atto d'amore per la Valle dei Mocheni/Bersntol/Fersental
Era da un po' che volevo rientrare su questo blog abbandonato; abbandonato non nel migliore dei modi, ma ai tempi mi era sembrata la cosa più giusta: i cambiamenti in atto nella Valle mi colpivano.
Ora alcuni cantieri hanno finito, il turismo è aumentato ma al contempo è cresciuta anche la Valle...come dire, ci sono cose che sono cambiate, ma tante altre resistono, immutate.
Amo i muretti di pietre di porfido, amo vedere i masi sparsi e le baite di legno [anche recuperate], amo quei sentieri centenari con la staccionata di legno di larice, tenuti insieme dai chiodi di maggiociondolo. Amo le quattro stagioni e come la Valle si adegua ad esse.
E vabbè, accettiamo che continuano a far lavori fuori e dentro i boschi...
Ora alcuni cantieri hanno finito, il turismo è aumentato ma al contempo è cresciuta anche la Valle...come dire, ci sono cose che sono cambiate, ma tante altre resistono, immutate.
Amo i muretti di pietre di porfido, amo vedere i masi sparsi e le baite di legno [anche recuperate], amo quei sentieri centenari con la staccionata di legno di larice, tenuti insieme dai chiodi di maggiociondolo. Amo le quattro stagioni e come la Valle si adegua ad esse.
E vabbè, accettiamo che continuano a far lavori fuori e dentro i boschi...
venerdì 18 luglio 2008
Arrivederci
Arrivederci, Bersntol.
O anche addio, chissà.
Le foto che avete visto nel post precedente hanno rinforzato un'idea che da tempo stava maturando: chiudere.
Lo spirito iniziale, lo spirito con cui avevo inaugurato questo blog, non c'è più, ed il motivo principale è sotto i vostri occhi: è una serie di foto color cemento.
La SAT – a malincuore – ha abbandonato la Paganella; io, nel mio piccolo, saluto mediaticamente la Valle dei Mocheni. Almeno per un po': alcune cose lasciate a metà le porterò a termine.
Forse continuerò a scrivere di montagna e di tutto ciò che amo, perché amo farlo: chissà. Per ora mi prenderò una pausa.
Forse continuerò a camminare sui sentieri della valle dei Mocheni, ma con che ritmo e che spirito dopo tutti questi anni, ancora non lo so.
O anche addio, chissà.
Le foto che avete visto nel post precedente hanno rinforzato un'idea che da tempo stava maturando: chiudere.
Lo spirito iniziale, lo spirito con cui avevo inaugurato questo blog, non c'è più, ed il motivo principale è sotto i vostri occhi: è una serie di foto color cemento.
La SAT – a malincuore – ha abbandonato la Paganella; io, nel mio piccolo, saluto mediaticamente la Valle dei Mocheni. Almeno per un po': alcune cose lasciate a metà le porterò a termine.
Forse continuerò a scrivere di montagna e di tutto ciò che amo, perché amo farlo: chissà. Per ora mi prenderò una pausa.
Forse continuerò a camminare sui sentieri della valle dei Mocheni, ma con che ritmo e che spirito dopo tutti questi anni, ancora non lo so.
mercoledì 16 luglio 2008
Amore ed odio
Un blog chiamato Bersntol non può che amare la Valle; nelle intenzioni iniziali voleva esserne un omaggio.
Ma le scelte compiute da altri negli ultimi anni mi stanno facendo sentire estraneo, e lontano.
Ad ogni modo, è tardi, ne parliamo con calma un altro giorno: qui sotto condenso le emozioni - positive, negative - vissute nell'uscita di oggi, tardo pomeriggio, in Valle dei Mocheni appunto.
Le foto, si diceva, sono di qualche ora fa.
Sono deluso.
Era necessario un muro di Berlino?
Dicotomia: esplosione di fiori - sgangherato metallo:
Frotten:
Ancora Frotten [sullo sfondo Palù]:
I rompic* non mancano mai:
Ma le scelte compiute da altri negli ultimi anni mi stanno facendo sentire estraneo, e lontano.
Ad ogni modo, è tardi, ne parliamo con calma un altro giorno: qui sotto condenso le emozioni - positive, negative - vissute nell'uscita di oggi, tardo pomeriggio, in Valle dei Mocheni appunto.
Le foto, si diceva, sono di qualche ora fa.
Sono deluso.
Era necessario un muro di Berlino?
Dicotomia: esplosione di fiori - sgangherato metallo:
Frotten:
Ancora Frotten [sullo sfondo Palù]:
I rompic* non mancano mai:
Ma la natura resiste. Ci prova:
martedì 15 luglio 2008
Alberi:
[sondaggio chiuso]
Un bel larice arancione in ottobre: 10
Magnolia fiorita: 1
I ciliegi fioriti in aprile: una nuvola bianca: 10
All'ombra di un salice piangente: 3
Boschetto di betulle: 7
Le foglie a ventaglio del gingko biloba: 2
La foresta di abeti di Paneveggio: 2
Mughi e vegetazione d'alta quota: 0
Un profumatissimo tiglio: 2
Palme tropicali alte 15 metri: 0
Eucalipti [con un koala sopra]: 5
Magnolia fiorita: 1
I ciliegi fioriti in aprile: una nuvola bianca: 10
All'ombra di un salice piangente: 3
Boschetto di betulle: 7
Le foglie a ventaglio del gingko biloba: 2
La foresta di abeti di Paneveggio: 2
Mughi e vegetazione d'alta quota: 0
Un profumatissimo tiglio: 2
Palme tropicali alte 15 metri: 0
Eucalipti [con un koala sopra]: 5
lunedì 14 luglio 2008
Bigfoot?
Bah!
Non riesco a veder l'orso giocando "in casa", e vado a perdermi via per il leggendario Bigfoot?
Ma no...è che non sapevo cosa scrivere :)
Qui potete trovare linkati:
una possibile ricostruzione anatomica
l'immancabile Wikipedia
una probabile ricostruzione commerciale
Non riesco a veder l'orso giocando "in casa", e vado a perdermi via per il leggendario Bigfoot?
Ma no...è che non sapevo cosa scrivere :)
Qui potete trovare linkati:
una possibile ricostruzione anatomica
l'immancabile Wikipedia
una probabile ricostruzione commerciale
[Nel 1974 nell'Oregon del Sud è stata costruita una trappola per la presa di un Bigfoot, che a più di trent'anni di distanza non è riuscita nel suo intento. Oggi come oggi più che altro funziona come attrazione turistica.]
Seven Summits
Nel mondo dell'alpinismo, scalare tutte e sette le cime dei Seven Summits è considerato un importante traguardo.
domenica 13 luglio 2008
Bersntolpedia: Giugnociondolo
Giugnociondolo = maggiociondolo
A me risulta che questa pianta dai semi velenosi tragga il proprio nome dalla fioritura, che avviene appunto in maggio; capita però che sulle nostre montagne il clima poco propizio la ritardi di un mese, da cui il cambio di nome.
[Altresì detto - sempre da me, s'intende - lugliociondolo, quando la fioritura ritarda ulteriormente]
A me risulta che questa pianta dai semi velenosi tragga il proprio nome dalla fioritura, che avviene appunto in maggio; capita però che sulle nostre montagne il clima poco propizio la ritardi di un mese, da cui il cambio di nome.
[Altresì detto - sempre da me, s'intende - lugliociondolo, quando la fioritura ritarda ulteriormente]
Mauro Corona - Nel legno e nella pietra
Scrittore dai trascorsi travagliati [bracconaggio, alcolismo, varie altre mattane] Corona racconta il suo mondo con piccoli racconti: storie di montagna, bevute, amicizia.
Boschi, osterie, animali.
Storie di devozione popolare, di scalate, di errori giovanili e saggezza acquisita.
Racconti che lo hanno fatto diventare un personaggio amato da tanti, tantissimi [nonostante qualche piccola riserva...a volte ci si chiede se ci è o ci fa, come dicono al sud].
Boschi, osterie, animali.
Storie di devozione popolare, di scalate, di errori giovanili e saggezza acquisita.
Racconti che lo hanno fatto diventare un personaggio amato da tanti, tantissimi [nonostante qualche piccola riserva...a volte ci si chiede se ci è o ci fa, come dicono al sud].
Comunque sia, questa raccolta merita la lettura.
Ladri volanti [tratto da "Nel legno e nella pietra"]
Ladri volanti
Quando ero una persona seria, e ancora non firmavo autografi e non facevo l'artista, mi guadagnavo il pane svolgendo i lavori più umili e pesanti. Dal minatore al boscaiolo, dal manovale al falciatore al garzone di malga, ho sperimentato tutti i mestieri che alla sera lasciavano la schiena a pezzi. Ho anche fatto lo sguattero in una gelateria della Westfalia. Diciassette ore al giorno, pasti veloci, sempre di corsa.
A volte trascorrevo l'inverno impiegato in un'impresa edile ertana. Datore di lavoro era l'amico Cice Mela che, assieme al fratello Bastiàn, aveva messo su una ditta di costruzioni. Operavano un po' dappertutto, ma il grosso del lavoro era a Trento. In quel periodo io ero in forza alla cava di marmo del monte Buscada, ma nei mesi freddi l'estrazione veniva sospesa e la cava chiudeva fino ad aprile. Per non passare l'inverno in ozio e in osteria, a dilapidare quei quattro soldi messi da parte, bussavo da Cice Mela che, senza fare domande, mi assumeva immediatamente.
Un inverno particolarmente rigido, quello del 1970, lavorammo a Trento, in via Bolognini. C'era da tirare su un condominio di otto appartamenti. Il manufatto doveva sorgere in mezzo alle vecchie case della via. Erano costruzioni graziose e pulite, quasi sempre dotate di orto, un piccolo vigneto e piante di cachi. Tutte rigorosamente difese da alti muri di cinta. A dicembre i cachi erano maturi. Parevano palloncini rossi appesi a tanti alberi di Natale. Al cantiere eravamo una decina di operai, quasi tutti ertani. Non ricordo a chi venne l'idea. So però che fui obbligato ad offrirmi volontario. Ero il più giovane, il più leggero. Si trattava di montare nella cesta metallica della gru. Dopodiché l'operatore, manovrando il lungo braccio, mi librava nei cortili, oltre i muri di cinta, a rubare i cachi. La manovra si svolgeva all'imbrunire, col favore del primo buio. Munito di capiente borsa, saltavo nella cesta della gru. Pino, con la precisione di un pilota di elicotteri, la sollevava e la mandava di là dei muri di cinta, vicino agli alberi di cachi. Per controllare l'operazione manovrava dal primo piano del condominio in costruzione. Una volta riempita la borsa, emettevo un leggero fischio e Pino mi recuperava. Gli altri, a turno, montavano la guardia. La cosa filò liscia per parecchie sere. Una borsa qua, una borsa là, depredammo diversi orti, tutti là intorno. Ma una vecchia, nel cui cortile avevamo infierito particolarmente, si insospettì. Una sera, mentre stavo riempiendo la borsa, la stanza di fronte s'illuminò a giorno. La porta si spalancò e sul poggiolo, a meno di due metri da me, apparve la vecchia. Si mise a urlare: "Ladro! Ladro! Adesso chiamo i carabinieri!", e giù a dirmene di tutti i colori. Lanciai il fischio di recupero ma, oltre il muro di cinta, gli amici avevano deciso di divertirsi un poco. Il manovratore non ritirò la cesta. Mi lasciò lì, sospeso a mezz'aria, con la vecchia a due metri che sbraitava a più non posso. Cercai di scusarmi ma non servì. Anzi! La padrona rientrò e tornò dopo qualche secondo armata di oggetti. Iniziò a lanciarmi cucchiai, forchette, una scopa e altro. E minacciò ancora di chiamare i carabinieri. Non reggevo più quell'imbarazzante situazione. Cercai di occultarmi dietro ai rami. Ero diventato più rosso dei cachi. Alla fine, paghi della scena, gli amici mi recuperarono. Mentre volavo all'indietro vedevo con sollievo la vecchia distanziarsi. Ma ancora lanciava strilli e oggetti.
Temendo una denuncia, al mattino bussai alla sua porta per offrire le mie scuse e quelle degli altri. Mi perdonò solo dopo che mi ebbe rifilato una lunga predica. Ma, rispetto alla sera precedente, mi sembrò quasi gentile.
A volte trascorrevo l'inverno impiegato in un'impresa edile ertana. Datore di lavoro era l'amico Cice Mela che, assieme al fratello Bastiàn, aveva messo su una ditta di costruzioni. Operavano un po' dappertutto, ma il grosso del lavoro era a Trento. In quel periodo io ero in forza alla cava di marmo del monte Buscada, ma nei mesi freddi l'estrazione veniva sospesa e la cava chiudeva fino ad aprile. Per non passare l'inverno in ozio e in osteria, a dilapidare quei quattro soldi messi da parte, bussavo da Cice Mela che, senza fare domande, mi assumeva immediatamente.
Un inverno particolarmente rigido, quello del 1970, lavorammo a Trento, in via Bolognini. C'era da tirare su un condominio di otto appartamenti. Il manufatto doveva sorgere in mezzo alle vecchie case della via. Erano costruzioni graziose e pulite, quasi sempre dotate di orto, un piccolo vigneto e piante di cachi. Tutte rigorosamente difese da alti muri di cinta. A dicembre i cachi erano maturi. Parevano palloncini rossi appesi a tanti alberi di Natale. Al cantiere eravamo una decina di operai, quasi tutti ertani. Non ricordo a chi venne l'idea. So però che fui obbligato ad offrirmi volontario. Ero il più giovane, il più leggero. Si trattava di montare nella cesta metallica della gru. Dopodiché l'operatore, manovrando il lungo braccio, mi librava nei cortili, oltre i muri di cinta, a rubare i cachi. La manovra si svolgeva all'imbrunire, col favore del primo buio. Munito di capiente borsa, saltavo nella cesta della gru. Pino, con la precisione di un pilota di elicotteri, la sollevava e la mandava di là dei muri di cinta, vicino agli alberi di cachi. Per controllare l'operazione manovrava dal primo piano del condominio in costruzione. Una volta riempita la borsa, emettevo un leggero fischio e Pino mi recuperava. Gli altri, a turno, montavano la guardia. La cosa filò liscia per parecchie sere. Una borsa qua, una borsa là, depredammo diversi orti, tutti là intorno. Ma una vecchia, nel cui cortile avevamo infierito particolarmente, si insospettì. Una sera, mentre stavo riempiendo la borsa, la stanza di fronte s'illuminò a giorno. La porta si spalancò e sul poggiolo, a meno di due metri da me, apparve la vecchia. Si mise a urlare: "Ladro! Ladro! Adesso chiamo i carabinieri!", e giù a dirmene di tutti i colori. Lanciai il fischio di recupero ma, oltre il muro di cinta, gli amici avevano deciso di divertirsi un poco. Il manovratore non ritirò la cesta. Mi lasciò lì, sospeso a mezz'aria, con la vecchia a due metri che sbraitava a più non posso. Cercai di scusarmi ma non servì. Anzi! La padrona rientrò e tornò dopo qualche secondo armata di oggetti. Iniziò a lanciarmi cucchiai, forchette, una scopa e altro. E minacciò ancora di chiamare i carabinieri. Non reggevo più quell'imbarazzante situazione. Cercai di occultarmi dietro ai rami. Ero diventato più rosso dei cachi. Alla fine, paghi della scena, gli amici mi recuperarono. Mentre volavo all'indietro vedevo con sollievo la vecchia distanziarsi. Ma ancora lanciava strilli e oggetti.
Temendo una denuncia, al mattino bussai alla sua porta per offrire le mie scuse e quelle degli altri. Mi perdonò solo dopo che mi ebbe rifilato una lunga predica. Ma, rispetto alla sera precedente, mi sembrò quasi gentile.
martedì 8 luglio 2008
Paura
Tornando a casa, galleria, corsia di sorpasso.
C'è stato il camion che viaggiava sulla corsia di destra che ha "pestato" una pozzangherona proprio mentre lo affiancavo.
Un lungo secondo - decimo più, decimo meno - in cui un'onda mi ha completamente tolto qualsiasi visuale sulla strada.
Fortunatamente il tergicristalli mi è venuto in soccorso [facendo la sua fatica a smaltire tutta quell'acqua]
Comunque paura.
C'è stato il camion che viaggiava sulla corsia di destra che ha "pestato" una pozzangherona proprio mentre lo affiancavo.
Un lungo secondo - decimo più, decimo meno - in cui un'onda mi ha completamente tolto qualsiasi visuale sulla strada.
Fortunatamente il tergicristalli mi è venuto in soccorso [facendo la sua fatica a smaltire tutta quell'acqua]
Comunque paura.
Ora, ragioniamo un attimo su un paio di classici luoghi comuni.
- non ho visto la vita passarmi davanti in un attimo come dicono. Ho raddoppiato i battiti, questo si, e ho ostiato genericamente
- quando dicono che vedi la luce in fondo al tunnel, bè, chissà, ma stavolta direi che calza
Come mai non si hanno più notizie sulla lince?
[sondaggio chiuso]
[con pochissimi voti :( ]
[con pochissimi voti :( ]
- Doppietta: "ops! devo averla scambiata per un grosso gatto": 3 voti
- E' tornata al sicuro in Sfizzera: 2
- I media si sono autoregolamentati entrando in silenzio stampa: 0 voti
lunedì 7 luglio 2008
Arte metropolitana
Volete vedere l'opera di un genio?
Come avrete capito non sono un grande estimatore delle metropoli, anzi diciamo che non sarei in grado di viverci: a me piacciono gli spazi aperti, mi piace vedere tanto verde e tanto azzurro.
Però - come già era successo parlando del guerrilla gardening - non posso che ammirare chi si sforza di rendere più umana la realtà in cui vive.
Banksy è un misterioso* [cito Wikipedia: Brad Pitt ha detto di Banksy: "Fa tutto questo e resta anonimo. Penso che questo sia fantastico. Nei nostri giorni tutti tentano di essere famosi. Ma lui ha l'anonimato."] artista di Bristol. Se leggete la sua bio, se curiosate tra le sue creazioni, vi ritroverete d'accordo con me nel definirlo un talento moderno.
Come avrete capito non sono un grande estimatore delle metropoli, anzi diciamo che non sarei in grado di viverci: a me piacciono gli spazi aperti, mi piace vedere tanto verde e tanto azzurro.
Però - come già era successo parlando del guerrilla gardening - non posso che ammirare chi si sforza di rendere più umana la realtà in cui vive.
Banksy è un misterioso* [cito Wikipedia: Brad Pitt ha detto di Banksy: "Fa tutto questo e resta anonimo. Penso che questo sia fantastico. Nei nostri giorni tutti tentano di essere famosi. Ma lui ha l'anonimato."] artista di Bristol. Se leggete la sua bio, se curiosate tra le sue creazioni, vi ritroverete d'accordo con me nel definirlo un talento moderno.
Attingo ampiamente dal suo official site le immagini che vedete in questo spazio
* mica tanto misterioso, alla fine l'hanno sgamato
Discreto temporale vero?
domenica 6 luglio 2008
Brutti anatroccoli?
Iscriviti a:
Post (Atom)