mercoledì 18 aprile 2007

Italo Calvino – Marcovaldo

MarcovaldoSapevate che Calvino nacque a Cuba?
Che vi ritornò per sposare, a 41 anni, una donna argentina?
Che si iscrisse alla facoltà di Agraria dove il padre insegnava Agricoltura tropicale, ma virò verso lettere laureandosi con una tesi su Conrad?
Che eluse la chiamata alle armi diventando partigiano?
Che tradusse Queneau?
Che il fratello Floriano fu un geologo di fama europea?



Gli eroi moderni sono spesso la gente comune; Marcovaldo è decisamente un eroe, un travet che sbarca il lunario nella città grigia cercando nelle piccole cose, con inventiva, la forza per tirare avanti.

"Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto alla vita di città: cartelli, semafori, vetrine, insegne luminose, manifesti, per studiati che fossero a colpire l’attenzione, mai fermavano il suo sguardo [...]. Invece, una foglia che ingiallisse su un ramo, una piuma che si impigliasse ad una tegola, non gli sfuggivano mai: non c'era tafano sul dorso di un cavallo, pertugio di tarlo in una tavola, buccia di fico spiaccicata sul marciapiede che Marcovaldo non notasse, e non facesse oggetto di ragionamento, scoprendo i mutamenti della stagione, i desideri del suo animo, e le miserie della sua esistenza."

Letto questo, che altro dire?

3 commenti:

accento svedese ha detto...

Grandissimo!
Sia a Calvino che a Marcovaldo.
E anche a te che l'hai recuperato! ;)

Bersn ha detto...

Grazie grazie

Poi quella cosa di Cuba mi ha particolarmente colpito ;)

accento svedese ha detto...

In fondo anche a me. ;)