In un tempo assai lontano
Con la segale ed il grano
Già che l’orzo vien battuto
Ed il pino è oramai caduto
Nell’inverno e primavera
Cade neve nera nera
C’era allora, c’era… c’era…
… un maso su a Fierozzo, dove i pastori se la passavano ben bene. Al mattino, appena mandate le pecore al pascolo, le pecore erano già sazie. E i pastori non capivano come potesse essere questa storia. Una notte si sono nascosti dietro la porta della stalla e hanno vegliato ed aspettato. Un piccolo ometto, con la giacchettina rossa e un rosso cappellino è venuto e ha condotto fuori le pecore. Alla mattina ha ricondotto dentro le pecore, facendo così il lavoro dei pastori. E così succedeva ogni notte. Poiché i pastori han veduto che l’omino era a piedi nudi, decisero dicomperargli un paio di scarpe. Naturalmente rosse. A sera i pastori han messo le scarpine davanti alla porta della stalla. L’ometto è venuto, ha visto le scarpine, ha ballato dalla gioia e ha detto: Oggi ancora! E nessuno lo vide mai più, lo Schratl.
Al vedere le scarpe
Di stucco ci resta
Finisce il lavoro
Comincia la festa.
Di stucco ci resta
Finisce il lavoro
Comincia la festa.
Fonte:
G. Šebesta, Lo Schratl, da Fiaba-Leggenda dell’Alta Valle del Fersina, pp. 80-81, Museo degli usi e costumi della gente trentina, San Michele all’Adige, 1980
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