mercoledì 2 aprile 2008

Lo Schratl


In un tempo assai lontano
Con la segale ed il grano
Già che l’orzo vien battuto
Ed il pino è oramai caduto
Nell’inverno e primavera
Cade neve nera nera
C’era allora, c’era… c’era…

… un maso su a Fierozzo, dove i pastori se la passavano ben bene. Al mattino, appena mandate le pecore al pascolo, le pecore erano già sazie. E i pastori non capivano come potesse essere questa storia. Una notte si sono nascosti dietro la porta della stalla e hanno vegliato ed aspettato. Un piccolo ometto, con la giacchettina rossa e un rosso cappellino è venuto e ha condotto fuori le pecore. Alla mattina ha ricondotto dentro le pecore, facendo così il lavoro dei pastori. E così succedeva ogni notte. Poiché i pastori han veduto che l’omino era a piedi nudi, decisero dicomperargli un paio di scarpe. Naturalmente rosse. A sera i pastori han messo le scarpine davanti alla porta della stalla. L’ometto è venuto, ha visto le scarpine, ha ballato dalla gioia e ha detto: Oggi ancora! E nessuno lo vide mai più, lo Schratl.

Al vedere le scarpe
Di stucco ci resta
Finisce il lavoro
Comincia la festa.


Fonte:
G. Šebesta, Lo Schratl, da Fiaba-Leggenda dell’Alta Valle del Fersina, pp. 80-81, Museo degli usi e costumi della gente trentina, San Michele all’Adige, 1980

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