Ieri la giornata era meteorologicamente incerta; come tutto il periodo, come le ultime settimane, come questi ultimi due mesi, come questa primavera, grossomodo.
Insomma, uffa, continua a sguazar, sprazzi di sole e scrosci d’acqua improvvisi. L'amico Zero lo chiama tempo irlandese.
Bè, che offre il Trentino quando piove?
Il primo che risponde "shopping nei centri commerciali" è pregato di abbandonare questo blog.
Lentiggini mi ha portato al MUCGT.
Quando andavamo alle elementari le maestre ci portavano in gita a visitare il castello di Pergine, il sito archeologico di Serso…o magari ci si spingeva in città per una visita al combo Buonconsiglio+Doss Trento o al giardino botanico delle Viote o fino a San Michele per il Museo, appunto. Ma eravamo piccoli, figuratevi cosa ce ne fregava di un paio di bifore, un rosone di chiesa o una segheria veneziana.
Ai tempi ci interessavano le armi, le armature, i cannoni [quelli metallici sul Doss Trento s'intende; quelli dell’altro tipo ci hanno interessato una manciata di anni dopo…] e soprattutto giocare.
Insomma, ieri pomeriggio siamo stati al Museo degli usi e costumi della gente trentina. Che dirvi: sono contento di esserci tornato dopo anni, finalmente l'ho apprezzato in pieno.
Qui sopra trovate la disposizione delle sale: ecco linkata una visita "virtuale"
Il palazzo storico che ospita l'ente è fantastico, leggermente a monte del paese di San Michele.
Dall'ingresso entriamo nel cortile interno; da questo poi nelle sale al pian terreno: agricoltura [niente che non abbia già visto nel gabiot nella campagna dei nonni, a dir la verità; però c'è una plastigrafia del Trentino grandiosa]; chioderia/fonderia/etc. [un po' meno interessanti]; già meglio nel locale del mulino ad acqua, con riproduzione funzionante.
Dal negozietto souvenir [che, personalmente, cercherei di valorizzare in altro modo] accediamo alla scalinata che porta ai piani.
Primo
In un dedalo di stanzette e locali più ariosi trovano posto gli spazi concettuali legati alla tessitura [a Lentiggini è piaciuto, a me dai], al bosco, legno, alpeggio, apicoltura [e per questi invece mi son gasato]: riproduzione di una malga, di una segheria, strumenti, descrizioni, piccole curiosità.
Ad esempio gli stampi& timbri per i panetti di burro che vedete a fianco; attrezzi del bosco, ciaspole d'antiquariato [quelle che ti danno ancora quando fai la naja comunque…]; i bugni spaventaorsi [grandiosi, vedi foto sopra], cioè arnie-spaventapasseri alte più di 2 metri.
Una stanzetta a parte è dedicata agli usi nuziali [urca!]: corredi, gioielli, tutte quelle cose lì insomma :)
Secondo
Uffici, stufe a olle, cucina
Terzo piano
Attenzione di nuovo risvegliata: superlativi i costumi popolari [scarsa la tradizione provinciale, ma di cui mi piacerebbe aver più tempo per scrivere], meno la sezione "bande musicali" e molto meno [bè, conoscendomi] la "religiosità popolare".
La sezione "folklore" invece è l'asso nella manica del Museo, almeno per me: maschere lignee [carnevali mocheno, fassano, i Matòci cembrani, etc], il kronz [foto Agh] dei coscritti mocheni ...
Discesa verso il cortile, ingresso nella cantina, giocoforza dedicata all'arte di fare il vino [e la sgnapa]. Una puntatina nel giardino esterno, molto piccolo. Da questo si accede al laboratorio Sebesta che invece era chiuso [non ho capito se è visitabile o se lo aprono solo in caso di attività di laboratorio/visite guidate/animazioni]
Bel pomeriggio, soldi spesi bene.
Andateci. Anche se siete trentini e magari ci abitate vicino, anche se ci siete stati da bambini, tornateci, ne vale la pena.
Insomma, uffa, continua a sguazar, sprazzi di sole e scrosci d’acqua improvvisi. L'amico Zero lo chiama tempo irlandese.
Bè, che offre il Trentino quando piove?
Il primo che risponde "shopping nei centri commerciali" è pregato di abbandonare questo blog.
Lentiggini mi ha portato al MUCGT.
Quando andavamo alle elementari le maestre ci portavano in gita a visitare il castello di Pergine, il sito archeologico di Serso…o magari ci si spingeva in città per una visita al combo Buonconsiglio+Doss Trento o al giardino botanico delle Viote o fino a San Michele per il Museo, appunto. Ma eravamo piccoli, figuratevi cosa ce ne fregava di un paio di bifore, un rosone di chiesa o una segheria veneziana.
Ai tempi ci interessavano le armi, le armature, i cannoni [quelli metallici sul Doss Trento s'intende; quelli dell’altro tipo ci hanno interessato una manciata di anni dopo…] e soprattutto giocare.
Insomma, ieri pomeriggio siamo stati al Museo degli usi e costumi della gente trentina. Che dirvi: sono contento di esserci tornato dopo anni, finalmente l'ho apprezzato in pieno.
Qui sopra trovate la disposizione delle sale: ecco linkata una visita "virtuale"
Il palazzo storico che ospita l'ente è fantastico, leggermente a monte del paese di San Michele.
Dall'ingresso entriamo nel cortile interno; da questo poi nelle sale al pian terreno: agricoltura [niente che non abbia già visto nel gabiot nella campagna dei nonni, a dir la verità; però c'è una plastigrafia del Trentino grandiosa]; chioderia/fonderia/etc. [un po' meno interessanti]; già meglio nel locale del mulino ad acqua, con riproduzione funzionante.
Dal negozietto souvenir [che, personalmente, cercherei di valorizzare in altro modo] accediamo alla scalinata che porta ai piani.
Primo
In un dedalo di stanzette e locali più ariosi trovano posto gli spazi concettuali legati alla tessitura [a Lentiggini è piaciuto, a me dai], al bosco, legno, alpeggio, apicoltura [e per questi invece mi son gasato]: riproduzione di una malga, di una segheria, strumenti, descrizioni, piccole curiosità.
Ad esempio gli stampi& timbri per i panetti di burro che vedete a fianco; attrezzi del bosco, ciaspole d'antiquariato [quelle che ti danno ancora quando fai la naja comunque…]; i bugni spaventaorsi [grandiosi, vedi foto sopra], cioè arnie-spaventapasseri alte più di 2 metri.
Una stanzetta a parte è dedicata agli usi nuziali [urca!]: corredi, gioielli, tutte quelle cose lì insomma :)
Secondo
Uffici, stufe a olle, cucina
Terzo piano
Attenzione di nuovo risvegliata: superlativi i costumi popolari [scarsa la tradizione provinciale, ma di cui mi piacerebbe aver più tempo per scrivere], meno la sezione "bande musicali" e molto meno [bè, conoscendomi] la "religiosità popolare".
La sezione "folklore" invece è l'asso nella manica del Museo, almeno per me: maschere lignee [carnevali mocheno, fassano, i Matòci cembrani, etc], il kronz [foto Agh] dei coscritti mocheni ...
Discesa verso il cortile, ingresso nella cantina, giocoforza dedicata all'arte di fare il vino [e la sgnapa]. Una puntatina nel giardino esterno, molto piccolo. Da questo si accede al laboratorio Sebesta che invece era chiuso [non ho capito se è visitabile o se lo aprono solo in caso di attività di laboratorio/visite guidate/animazioni]
Bel pomeriggio, soldi spesi bene.
Andateci. Anche se siete trentini e magari ci abitate vicino, anche se ci siete stati da bambini, tornateci, ne vale la pena.
2 commenti:
E a me invece - per fortuna - è andata meteo bene.
Ho fatto il giro delle Tre Cime del Bondone, praticamente ho preso tre goccie in croce scendendo da Cima Verde.
Fauna del giorno: due aquile sulla creste che portano allo Stivo e sei caprioli nella riserva integrale della val del Merlo :D :D :D
Misty ;)
Fortunella!
Sia per il meteo che per la fauna :)
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